Il caso riguarda un poliziotto di un Commissariato che è stato licenziato a seguito di episodi di assenteismo, ossia di assenze ingiustificate o non conformi alle procedure previste. In particolare, si segnala che il poliziotto avrebbe falsificato le presenze, un comportamento che costituisce un grave inadempimento disciplinare e potenzialmente anche un reato penale, come la falsificazione di documenti o attestazioni.
**Dettagli del caso:**
- **Fatto contestato:** il poliziotto avrebbe alterato i registri delle presenze, firmando o modificando i dati relativi alle sue assenze per evitare sanzioni o per ottenere un trattamento favorevole. Questo comportamento rappresenta una violazione grave delle norme di disciplina e di integrità professionale.
- **Reato prescritto:** si menziona che il reato potrebbe essere prescritto, ovvero che il termine per proporre azioni penali potrebbe essere scaduto, rendendo impossibile procedere penalmente. Tuttavia, ciò non preclude l’adozione di sanzioni di natura disciplinare da parte dell’amministrazione.
- **Procedura disciplinare:** l’autorità competente ha avviato un procedimento disciplinare che ha portato al licenziamento del poliziotto, ritenendo la sua condotta gravemente lesiva del rapporto di fiducia tra dipendente e ente pubblico, nonché dell’immagine dell’Amministrazione di Polizia.
**Decisione del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale):**
- Il poliziotto ha presentato ricorso avverso il provvedimento di licenziamento, contestando la legittimità della sanzione.
- I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso, confermando la legittimità della destituzione. La motivazione principale si basa sul fatto che il comportamento del poliziotto ha violato le norme di disciplina e ha compromesso la fiducia richiesta dal ruolo di pubblica sicurezza.
- La decisione del TAR sottolinea che il licenziamento, in questo caso, è stato adottato nel rispetto delle procedure e delle norme di legge, e che la condotta dell’impiegato ha giustificato l’adozione di una sanzione così severa.
**Implicazioni pratiche:**
- La sentenza conferma che il comportamento di falsificazione e assenteismo può comportare il licenziamento anche se il reato penale è prescritto. La disciplina del pubblico impiego, infatti, può applicare sanzioni più severe e più rapide rispetto alla sola tutela penale.
- La decisione rafforza il principio che la fiducia e l’integrità sono pilastri fondamentali nel servizio pubblico, e che comportamenti scorretti anche di natura disciplinare possono determinare la cessazione del rapporto di lavoro.
- La vicenda serve come importante esempio di come le istituzioni pubbliche reagiscono a comportamenti illeciti o scorretti da parte dei propri dipendenti, mantenendo alta la disciplina e la credibilità dell’ente.
**In conclusione:**
Il caso evidenzia che, nel settore pubblico, la responsabilità disciplinare può essere separata dall’eventuale responsabilità penale, e che comportamenti come l’assenteismo e la falsificazione delle presenze sono considerati gravissimi, giustificando anche il licenziamento. La decisione del TAR conferma la legittimità della sanzione e la fermezza delle istituzioni nel tutelare l’ordine e la disciplina all’interno delle forze di polizia.


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